Il racconto è un’espressione letteraria tra le più difficili. Non è assolutamente facile creare un sistema di parole che riunisca in poche righe ritmo, significato, immagini, suoni, suggestioni. Scrivere un racconto significa dare vita a un piccolo capolavoro sinestetico, artistico e comunicativo restando all’altezza della prima sfida tipica delle storie brevi: la sintesi. Una sintesi che John Cooperman padroneggia con eleganza e maestria nella sua raccolta “Chiaro Scuro”.
“Chiaro Scuro”: il mondo in un prisma
Un taxi giallo alla finestra, un pallone da calcio incantato, delle misteriose vicine di casa. In “Chiaro Scuro”, ogni racconto è diverso dal precedente: l’autore accompagna il lettore dall’ombra alla luce, dalla luce all’ombra, in piccoli balzi, alternando sapientemente thriller, realismo magico, erotismo, quotidianità. È così che, dal climax visionario del racconto “Le maestrine di Correggio”, si passa all’atmosfera tranquilla e bizzarra di “Lo scrittore”; è così che, con il semplice voltare delle pagine, il lettore osserva trattenendo il respiro i gesti del tassista di Natalie in “Un taxi giallo” e la corsa folle del camion in “Una giornata particolare”.
“Chiaro Scuro” non è semplicemente un libro. È un prisma. Un prisma che John Cooperman regala al lettore, permettendogli di osservare la rifrazione dello spettro luminoso del mondo. Ciò che esce dall’altro lato del prisma sono otto sfumature diverse, otto fasci di luce per otto racconti capaci, in poche pagine, di lasciare una profonda impressione sulla retina di chi legge.
L’incipit
In un racconto, occorre che le parole siano dosate alla perfezione: non può esserci spreco. È per questo che i racconti di John Cooperman agganciano subito il lettore, tramite incipit efficaci che stimolano la curiosità e spronano a scoprire di più.
Questa è la storia di Simon Georges.
Simon nacque a Parigi il 14 ottobre del 1919. Con grande preoccupazione dei suoi genitori, non disse una parola fino all’età di tre anni e nove mesi. Le prime parole che pronunciò furono: «Io farò lo scrittore». Quando gli chiesero come mai non avesse parlato prima, lui disse: «Stavo riflettendo».Lo scrittore (in Chiaro Scuro), di John Cooperman
Qualcosa di straordinario irrompe nell’ordinario: così si aprono i racconti di “Chiaro Scuro”, senza perdere tempo, senza adornarsi di fronzoli inutili.
Come acqua corrente
Lo stile è pulito e vicino al lettore, curato nel suo essere letterario senza risultare pesante. È forse questa la caratteristica che, più di ogni altra cosa, permette di apprezzare questa raccolta a primo impatto: la storia scorre da sé. Il lettore non ha bisogno di pagaiare per seguirla. Può semplicemente abbandonarsi alla corrente. Una corrente che dura poche pagine, ma che resterà a lungo nella memoria di chi ha avuto il piacere di fare la sua conoscenza.