Leggere oggi
Che cosa significa leggere oggi?
Confinati in quarantena e costretti ai nuovi ritmi che essa porta con sé, nasce un’opportunità per riflettere: quanti di noi stanno leggendo più libri “grazie” al tempo libero in più? E perché questo non era possibile prima?
Se uscire di casa adesso è vietato, prima non era certo obbligatorio: al di là del lavoro (che in molti continuano a svolgere, sebbene in smart working), teoricamente il tempo di leggere non avrebbe dovuto mancare. Eppure mancava.
Perché?
Come mai leggere è diventato un piacere che sempre meno persone sentono di potersi permettere?
L’insostenibile pesantezza dell’essere lavoratori
Riportiamo indietro le lancette dell’orologio di un mese all’incirca, quando la nostra routine era questa: sveglia al mattino con giusto il tempo di fare colazione e prepararsi; corsa al lavoro, prendendo la macchina o i mezzi pubblici; a metà giornata, una pausa pranzo troppo breve per fare altro che mangiare; e alla sera, di ritorno, la scelta: prendersi cura del proprio corpo, facendo dell’esercizio fisico, o della propria casa, dedicandosi alle faccende? Oppure staccare finalmente il cervello e guardare un po’ di televisione senza impegno? Infine, la preparazione dei pasti: non solo per la cena, ma anche per il pranzo del giorno dopo, perché mangiare fuori costa.
A pensarci adesso sembra quasi impossibile: ma davvero vivevamo così?
Dalle sei di mattina alle undici di sera, la giornata tipica era un tram-tram senza fine, nel quale diventava impossibile ritagliarsi il tempo di mettersi a leggere un romanzo o un saggio. Non perché non si desiderasse farlo, ma perché l’energia mentale era già tutta allocata prima ancora che la giornata cominciasse in una serie di compiti improrogabili, necessari per la sopravvivenza.
Così, in questa cornice di frenesia e super-lavoro, prendersi l’impegno di iniziare un libro assumeva sempre di più i contorni di uno stress aggiuntivo di cui non si aveva bisogno. Specie se il libro richiedeva uno sforzo, anche piccolo, per essere compreso (come qualsiasi opera che valga la pena di essere letta).
I ritmi forsennati della vita di oggi hanno trasformato anche gli amanti della lettura in lettori saltuari, e lo hanno fatto senza che nessuno se ne accorgesse… perché persino il tempo di pensare mancava!
Messa così, la quarantena sembra quasi un lusso. Nonostante la paura, nonostante tutti i disagi che comporta… sembra assurdo che l’umanità dovesse trovarsi in una situazione semi-apocalittica per ritrovare, finalmente, il tempo di sedersi sul divano e leggere.
La domanda, perciò, sorge spontanea: come si farà, quando si dovrà tornare ai ritmi di sempre?
Bisogna affrettarsi adesso a leggere tutto lo scibile umano, perché poi non si avrà più tempo… oppure c’è un’altra possibilità?
Il racconto come rimedio
Il romanzo e il saggio saranno anche le letture più popolari, ma non sono certo le uniche.
Esiste un’altra via, che merita di essere riscoperta e che, in un’epoca nella quale le parole scritte stanno perdendo di valore e di forza, può rappresentare un rimedio sia alla pigrizia mentale, sia alla fatica di leggere: il racconto.
Un bel racconto è capace di creare una trama strutturata, dei personaggi di spessore, un’atmosfera coinvolgente in poche pagine. Grazie alla sua capacità di sintesi e immediatezza, il racconto può andare incontro alle esigenze del lettore moderno.
Così, in pausa pranzo, all’insoddisfazione di dover interrompere una lettura sul più bello si può sostituire la soddisfazione di leggere un intero racconto: l’impatto psicologico di riuscire a completare qualcosa, e per di più qualcosa che non sia un obbligo, è sicuramente diverso.
Sui mezzi pubblici? Leggiamo un racconto.
Mentre l’acqua bolle? Leggiamo un racconto.
La sera, al letto, quando la stanchezza si fa sentire ma siamo ancora abbastanza svegli per una favola della buonanotte? Leggiamo un racconto.
Il racconto apre un mondo di possibilità al lettore moderno, permettendogli di tornare a essere un lettore a tutti gli effetti e non solo un amante della lettura che, però, non ha mai tempo.
Si tratta di una forma di scrittura molto valida, che può vantare diversi capolavori della letteratura. E allora perché non tentare?
Riscopriamo la bellezza del racconto: potremmo ritrovarci tra le mani un antidoto, o almeno un balsamo, per il male di vivere dell’uomo contemporaneo.