Blog ‘contornidinoir‘
Moderatrice per quattro anni del forum di Qlibri e fondatrice del blog Contorni di noir, nel quale scrivo recensioni di romanzi noir, thriller e gialli e realizzo interviste. Ho intervistato dal vivo autori come Tess Gerritsen, Lee Child, Glenn Cooper, Joe R.Lansdale, Massimo Carlotto, Jonathan Coe. Ho partecipato a BookCity Milano come presentatrice di autori come: Alan Altieri, Marco Malvaldi e Charlotte Link. Ho co-presentato (insieme al curatore Riccardo Sedini) Lomellina in Giallo 2012. Ho presentato al NebbiaGialla 2018 e 2019 (curatore Paolo Roversi) autori nazionali e internazionali.
Ho pubblicato a novembre 2018 il mio libro di racconti intitolato “Noir all’improvviso” de I Buoni Cugini Editori.
Scordavo… Il lavoro “vero” è assicuratrice.
“Il commissario sapeva per esperienza che molti segreti rimanevano custoditi all’interno delle mura di quelle case o nel profondo animo delle persone.
…In un piccolo paese gli occhi sono dappertutto e le voci corrono più del vento in un giorno di bufera. Sapeva anche molto bene che molte volte le voci venivano distorte, amplificate, falsate sia volontariamente che solo per i troppi passaggi”.
Bastano poche righe per entrare nell’atmosfera, per me sempre affascinante, di un paesino siciliano e delle sue dinamiche. Per chi ama le ambientazioni, i personaggi, alla Camilleri, alla Agnello Hornby, questo piacevole romanzo è la lettura adatta per ore di relax.
Pare infatti di esserci, fra le mura “spesse e grigie delle case che, abbarbicate lungo la collina, terminavano nella piazza principale”, dove si vivono vite note e segrete; dove niente è come appare; dove sentimenti forti e contrastanti si muovono negli animi della gente…
La vicenda ruota intorno al mondo scolastico: i protagonisti sono infatti, in gran parte, gli insegnanti del Liceo del paese, ciascuno con proprie caratteristiche, con soprannomi curiosi, ”lu Prevessuri”, “Allittratu” (il letterato), “Lu russu”…
I due attori principali, assai simpatici, sono però il maresciallo Cacace, ormai in pensione, e il commissario americano Basset, che dissertando sulla qualità di un Nero d’Avola o sulla squisitezza di un cannolo, bonariamente passano il tempo chiacchierando di vari argomenti.
Mi hanno ricordato, per certi aspetti, i due personaggi creati da Gianni Simoni, Petri e Miceli, anche se il contesto è completamente diverso; è il modo di collaborare che si assomiglia.
E a due personaggi simili non può che intrigare il fatto che in pochi giorni ben due insegnanti del Liceo Pirandello muoiano, con le stesse curiose modalità: precipitando da una scala.
Benché la faccenda non li riguardi – non dovrebbe riguardarli! – e nonostante sia chiaro che siano state disgrazie, il dubbio, un poco di sano dubbio, resta: possibile che due persone, stimate da tutti, al di sopra di ogni pettegolezzo, siano morte nello stesso identico modo?
Così ne parlano. E quatti quatti iniziano a porre domande qui e là, a confrontare le risposte, a scoprire un mondo sotterraneo fatto di passioni, tradimenti, insoddisfazioni, che portano a dare un senso ai loro dubbi. Quei dubbi che non avevano neppure osato esprimere ad alta voce, per non smuovere le acque tranquille del paese.
Entrano in gioco anche altre figure, come i gestori dei due bar del paesino: uno più raffinato come frequentazioni, per intellettuali e buona società; l’altro più alla buona. I nostri due investigatori dilettanti li frequentano entrambi, man mano che la loro opinione sulle morti “simili” si fanno più sicure.
E’ bella l’atmosfera di questo paese, intrigante al massimo; non credo neppure lontana dalla realtà; anche se l’autore Tomaso Nigris è descritto dalle biografie come milanese, ha saputo raccontare il microcosmo siciliano, con le sue pieghe nascoste, le sfumature, le curiosità in modo eccellente.
Il romanzo è poco giallo, nel senso che non contiene suspence, e che la scoperta della verità avviene non attraverso colpi di scena, ma colpi di “intuizioni” da parte dei due amici. E’ sicuramente un buon romanzo di costume, invece, ed anche psicologico, perché delinea, nel corso delle vicende, i caratteri dei vari personaggi e le loro particolarità.
Così, tra una chiacchierata, una bevuta al bar, qualche domanda buttata qua e là con apparente leggerezza, arriviamo a un finale a sorpresa.
“A sorpresa” è la giusta definizione, non solo per il colpevole (o i colpevoli?) ma per la modalità con cui l’autore ce li fa scoprire. E qui non dirò nulla, in tema con l’atmosfera di…omertà siciliana!
Per chi vuole addentrarsi nella affascinante Sicilia, con i suoi misteri, le sue contraddizioni, questo romanzo è una piacevole lettura.