30,00€
— Un libro fotografico con introduzione di Ottavia Piccolo
di Barbara Ainis
Descrizione
Questo è un libro particolare. È un libro fotografico, che presenta le immagini preziose tratte dall’Archivio Carlo Montanaro, alternate a fotografie della città e della vita privata dei suoi abitanti, temporanei o meno. Ma vuole essere anche uno spazio di riflessione: sull’evoluzione storica, filosofica ed esistenziale di Venezia e dei suoi possibili futuri; sull’influenza che la rappresentazione artistica e l’immagine spettacolarizzata, diffuse nel mondo, hanno avuto nei confronti dell’identità stessa della città e della sua percezione; sullo sviluppo della tecnica ottica e sul ruolo che le più importanti invenzioni nel campo della fotografia hanno avuto nella costruzione del mito romantico di Venezia.
Dal Grand Tour alla Belle Époque, dagli anni del turismo di massa fino al vuoto irreale della Piazza San Marco nei giorni del lockdown e della pandemia, la città della Serenissima ha conservato intatta la sua bellezza, ma ha mutato profondamente la propria essenza – fino a rischiare di perderla – condizionata dalla sua progressiva spettacolarizzazione.
Il mito di Venezia, che ha consegnato alla città una fama ineguagliabile ma anche mortifera, è stato forgiato nella stessa Laguna, protagonista nei secoli passati dell’evoluzione artistica del Vedutismo e di quella tecnica dell’ottica e della fotografia.
Tratto dall’omonimo documentario Lo sguardo su Venezia (2021, co-produzione Catrina Producciones e Incipit23), con testi di Barbara Ainis, il libro ne riporta la struttura polifonica, dando spazio e voce agli interventi dei molti e prestigiosi personaggi che compaiono sullo schermo, anche con contenuti inediti. Innanzitutto quello della grande attrice Ottavia Piccolo, veneziana d’adozione e raffinata osservatrice della realtà della città, e quello di Carlo Montanaro, scrittore, giornalista, studioso e critico cinematografico, oltre che grande collezionista di proto-fotografia e pre-cinema.
Le altre voci illustri che compaiono nel libro (Pierre Rosenberg, Cesare de Seta, Donatella Calabi, Silvia Penati, Tomaso Montanari e Paolo Sorcinelli) portano il loro prezioso contributo a un approfondimento che non vuole proporre soluzioni, ma suscitare dubbi e domande.
“Inutile cercarla nei riflessi dei canali. Non la si trova neppure nel miraggio sospeso e senza tempo dei palazzi, sui suoi ponti o sull’acqua attraversata dalle gondole. Quel che si vede, quello che si crede di cogliere, non è che l’illusione della sua immagine. È la raffigurazione di un mito, di una città che, moderna come nessun’altra, ha trovato da secoli nella rappresentazione di se stessa il suo prodotto e la sua fortuna. Ma così facendo, col tempo ha smarrito la propria identità”
Trailer del documentario
Ottavia Piccolo
Dall’introduzione di Ottavia Piccolo
… Sì, vivere qui è proprio un’altra cosa. A Venezia, per esempio, si parla e ci si confronta molto più che in ogni altra città, perché ci si muove a piedi e perché ti può capitare di ascoltare le storie di una persona che cammina davanti a te in una calle e che non puoi superare. Ascolti frammenti di vita come in un’altra città non può succedere. Il camminare di noi veneziani (perché oramai mi considero tale) è diverso. Tutti camminiamo, senza distinzioni, tutti andiamo in vaporetto; e tutti sappiamo che per andare da San Marco alla stazione ci vogliono venti minuti. Ci vuole il tempo che ci vuole, e questo fa stare più tranquilli.
Certo, rispetto a chi qui è nato, io sono una veneziana ancora troppo fresca. I veneziani “doc” non si guardano intorno mentre camminano, non si perdono mai. Il mio sguardo su Venezia, invece, è inevitabilmente ancora meravigliato, rivolto verso l’alto. Mi vado a infilare per scelta in calli dove non sono mai stata, in corti che non ho mai visto. Anche se ci sono dei cancelli, li supero, entro, chiedo permesso.
Sono una strana veneziana che si perde ancora spesso. E mi piace farlo, perché tanto alla fine arrivi sempre a un rio, e allora, semplicemente, torni indietro. In fondo non c’è rischio di sbagliarsi…
Troppe immagini, nessuna immagine
“Venezia è senza dubbio una delle città più amate e conosciute al mondo. Nel Settecento già incuriosiva non solo per la sua conformazione architettonica e urbanistica unica, ma anche perché, al di là della sua forma di governo straordinariamente singolare e illuminata, pur galleggiando sull’acqua, rappresentava la città più grande e popolata del mondo allora conosciuto; oltre che la più ricca, se si considerano gli elementi artistici che ancora raccoglie e offre al visitatore e a quanti, in particolare, operano con le immagini.
La causa dell’eccezionale accelerazione in epoche recenti della diffusione della conoscenza di Venezia è da rintracciare nella sempre maggiore facilità d’uso degli strumenti per riprodurre le immagini, sia fisse che continue. Sono proprio queste immagini ad aver fatto assumere alla città la valenza di un’icona assoluta”.
Carlo Montanaro
Carlo Montanaro
Autore: Barbara Ainis
Giornalista professionista, responsabile della comunicazione di Incipit23 e autrice di documentari. Dal 2015 ha firmato come autore diversi cortometraggi e lungometraggi documentari, tra i quali: A.Wildt. Il marmo e l’anima (2015) e Éphémère. La bellezza inevitabile (Best Documentary Award al SIFF 2018), dal quale ha tratto l’omonimo libro pubblicato da Franco Maria Ricci Editore, e Uno sguardo su Venezia (Best Documentary Film al GRIFF 2022), con Ottavia Piccolo, dal quale pure ha tratto il libro omonimo pubblicato con Incipit23.
Informazioni aggiuntive
Formato | Copertina rigida, Cartaceo |
---|---|
ISBN | 979-1-280386-17-5 |
Pagine | 88 |
Dimensioni | 30×27 |
1 recensione per Lo sguardo su Venezia
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Enrico Triolo –
Era possibile scrivere qualcosa di nuovo e originale a proposito di una città sulla quale, nei secoli, è già stato detto tutto e il contrario di tutto? A quanto pare sì, perché Barbara Ainis l’ha fatto. Pur essendo un libro fotografico, o forse proprio per questo, LO SGUARDO SU VENEZIA supera il concetto della città da vedere attraverso l’obiettivo di una reflex o la fotocamera di uno smartphone per cercare di rubarle l’anima e portarla a casa con noi, lasciando in laguna scheletri di edifici bellissimi ma senza vita, e ci racconta invece come e perché da secoli la vediamo e la guardiamo in un certo modo. E lo fa con le parole dell’autrice – che si muovono agilmente tra il rigore storico, la precisione tecnica e la carezza qua e là inattesa della poesia – e i contributi di illustri personalità della cultura e dell’arte italiana che con Venezia hanno un rapporto di confidenza e familiarità consolidato dal tempo.
A parte tutto questo, si tratta anche di una bellissima e raffinata edizione, splendidamente confezionata per quanto riguarda la stampa e le immagini. Un vero piccolo gioiello di carta per il décolleté di ogni libreria.